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Domenica 3 marzo dalle ore 11 alle 21 torna Aprto. Aperture del contemporaneo a Prato, giornata di aperture condivise promossa da spazi indipendenti attivi nella produzione e nella promozione dell’arte contemporanea in città. La seconda edizione si espande coinvolgendo otto realtà e altrettanti diversi luoghi di Prato, intrecciandosi nel corso della mattinata con la tradizionale sfilata del Capodanno cinese che dal Macrolotto Zero arriva nel centro storico. Ognuno degli spazi promotori – SC17, Lottozero, ChorAsis, Estuario Project Space, Dryphoto, Spazio Materia, Open Studio Italo Bolano, Moo – partecipa con un’apertura straordinaria a ingresso libero legata a un evento, una performance o una mostra. Aprto è coordinato da Chiara Bettazzi (SC17), Alessandra Tempesti (Lottozero) e Gabriele Tosi (Toast APS) in collaborazione con il Comune di Prato.
Nato in un contesto urbano dalla forte vocazione al contemporaneo, il progetto ne intercetta alcune delle espressioni autonome più significative, tra le quali vi sono entità sia consolidate e radicate nel tessuto pratese sia emergenti. Anagramma del nome di Prato, Aprto suggerisce, anche attraverso un gioco di parole contraddistinto dalla difficoltà di pronuncia, l’attenzione per i linguaggi sperimentali con la loro voglia di aprirsi all’altro e al territorio. Le storiche presenze artistiche istituzionali locali, infatti, hanno coltivato un sottobosco fiorente, fatto spesso di attori anche maturi e di gruppi che agiscono in maniera trasversale. Aprto evidenzia la permeabilità della scena artistica di Prato e, ritenendola un valore, la sua diversità e ricchezza in fatto di approcci, contenuti, proposte. L’idea è inoltre contribuire alla creazione e al rafforzamento di esperienze di rete, favorendo lo scambio e il senso di appartenenza a una stessa comunità da un lato, promuovendo dall’altro una maggiore percezione della vivacità della proposta indipendente e sperimentale locale in pubblici vecchi e nuovi. Simone Mangani, assessore alla Cultura afferma: “La seconda edizione di Aprto allarga la partecipazione, coinvolge molti più spazi, luoghi e soggetti del contemporaneo, a testimonianza di una vivacità sempre maggiore del tessuto connettivo della città”.

Aprto.  Aperture del contemporaneo a Prato
Domenica 3 marzo 2024 dalle ore 11 alle ore 21 Ingresso libero
Coordinato da Chiara Bettazzi (SC17), Alessandra Tempesti (Lottozero) e Gabriele Tosi (Toast APS).
Organizzato da Toast APS in collaborazione con il Comune di Prato.
Aderiscono all’edizione 2024:
Franco Menicagli / Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale / ChorAsis / Villa Rospigliosi, via Firenze 83, Stefano Calligaro / Poetrick No.104 / materializzazione di Serena Becagli / Dryphoto arte contemporanea / Via delle Segherie 33a, Hannes Egger / Second Skin / a cura di Alessandra Tempesti / Lottozero / Via Arno 10, Traslazioni / Simposio / Estuario Project Space / Officina Giovani, Via Macelli 3, Marco Mazzoni / What are you looking for? / Moo / Via San Giorgio 9a, Gabriele Diversi / Refrattario / a cura di Erica Romano / Open Studio Italo Bolano / Via Fra’ Bartolomeo 57, Giovanni De Gara / Mio cv sintetico e non troppo bello / Spazio Materia / Via Altopascio 12, TAI Club / Archivio Tuscan Art Industry + live by plurale / a cura di Gabriele Tosi / SC17 / Corte di Via Genova 17 (SC17 + Capanno Black Out)
Crediti fotografici: Margherita Nuti

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Toast Project, nato nel 2019 nell’ex portineria della Manifattura Tabacchia di Firenze, su iniziativa dell’artista Stefano Giuri.
L’Obiettivo dello spazio è quello di supportare la ricerca artistica contemporanea attraverso la produzione di progetti site specific.
All’attività espositiva si aggiunge la ricerca editoriale del progetto Aosta Publishing.
Toast Project è sostenuto da Manifattura Tabacchi e Regione Toscana nell'ambito di Toscanaincontemporanea 2024.

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Toast Project, born in 2019 in the former porter’s lodge of the Manifattura Tabacchi  in Florence, on the initiative of the artist Stefano Giuri.
The aim of the space is to support contemporary artistic research through the production of site-specific projects.
In addition to the exhibition activity, there is also the editorial research of the Aosta Publishing project.
Mission
Toast APS is a newly established nonprofit entity building in continuity with Toast Project Space. Founded in 2019 within a gentrification area,
it is a hub for artistic experimentation, involving young artists and curators in diverse initiatives. Our organization coordinates social and cultural activities, managing spaces and time dedicated to contemporary art exploration. Collaborating with public, private, and third-sector entities, we showcase exhibitions, publications, performances, and conferences, amplifying voices from emerging, marginal, and underground cultures.
We aim to foster community interaction, focusing on youth and international engagement.
Through archiving, documenting, exhibiting, and writing, we prioritize knowledge dissemination.
Toast Project is supported by Manifattura Tabacchi and the Tuscany Region as part of Toscanaincontemporanea 2024

Contact: info@toastproject.it

Puoi versare la tua donazione via Paypal
oppure con bonifico bancario:
CC intestato a: Toast APS
Banca: Intesa Sanpaolo – Agenzia: Intesta Sanpaolo S.P.A. Via Bufalini, 4
IBAN: IT15C0306909606100000197998

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Mercoledì 18 dicembre alle 17 e alle 19.30 la diffusione di “Zona Sacrifice”, brano di Sammartano pensato per il Terminal T1 di Villa Costanza. Nella pausa, Toast promuove e facilita l’utilizzo dell’amplificatore da parte del pubblico.

In seguito al lutto regionale proclamato l’11 dicembre per le vittime di Calenzano, l’evento di Sammartano è posticipato a domani. Sammartano ha riformulato il proprio intervento alla luce della tragedia che ha scosso la comunità. L’opera sonora originale è stata declinata in un brano di circa 35 minuti. “Zona Sacrifice” riflette in chiave poetica sulla fragilità umana e su come un luogo possa essere modificato permanentemente da un evento con impatti sociali, ambientali e politici. Sammartano usa il suono per entrare in risonanza con spazi di confine e territori di passaggio. Il suo lavoro riflette sulla condizione di soglia e di sospensione che attraversa lo scenario industriale e post-industriale di Taranto, sua città d’origine. L’11 dicembre nell’area di Villa Costanza, Sammartano ha effettuato registrazioni che sono state incluse e rielaborate nel brano Zona Sacrifice prodotto live negli studi di Toast a Firenze.

Costanza, la città amplificata è un progetto reso possibile dal contributo del Comune di Scandicci per la rassegna Open City Scandicci Inverno 2024/2025.

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On Wednesday, December 18th, at 5:00 PM and 7:30 PM, the performance of “Zona Sacrifice,” a piece by Sammartano created for the Terminal T1 at Villa Costanza, will take place. During the intermission, Toast will promote and facilitate the use of the amplifier by the audience.

Following the regional mourning declared on December 11th for the victims of Calenzano, Sammartano’s event has been postponed to tomorrow. Sammartano has restructured his performance in light of the tragedy that has affected the community. The original sound work has been reinterpreted into a piece of approximately 35 minutes. “Zona Sacrifice” poetically reflects on human fragility and how a place can be permanently altered by an event with social, environmental, and political impacts. Sammartano uses sound to resonate with boundary spaces and transitional territories. His work contemplates the threshold and suspended condition that pervades the industrial and post-industrial landscape of Taranto, his hometown. On December 11th, in the area of Villa Costanza, Sammartano made recordings that have been incorporated and reworked into the piece Zona Sacrifice, produced live at Toast Studios in Florence.

Costanza, la città amplificata is a project made possible with the support of the Municipality of Scandicci for the Open City Scandicci Winter 2024/2025 program.

 

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Tri Lus
Riccardo Baruzzi
08/10/2024 – 07/01/2025

Tri Lus, di Riccardo Baruzzi, a cura di Enrico Camprini.
Tri Lus – “tre luci”, in dialetto romagnolo – si compone di tre elementi verticali realizzati da Riccardo Baruzzi per il gabbiotto di Toast. Opere singole, ma allo stesso tempo gruppo scultoreo unitario, abitano lo spazio trasformandolo in un involucro che agisce sia come una sorta di dispositivo per mettere alla prova lo sguardo, ravvicinato e a distanza, sia come rudimentale corpo risonante. Interessato a indagare le tangenze tra immagine e suono in termini spaziali, l’artista percorre questa linea di ricerca pensando la scultura al crocevia tra oggetto relazionale – che sottopone lo spettatore a determinate modalità di esperienza visiva e acustica – e suggestione narrativa legata all’immaginario estetico e storico-culturale del territorio della Romagna, nello specifico le valli di Ravenna, da cui Baruzzi proviene. Il gruppo scultoreo presentato è frutto di un processo compositivo dato dalla giustapposizione di più elementi che generano la trama visiva e sonora dell’installazione. A partire da tre forme in neon, una per scultura, che paiono dividere verticalmente lo spazio: punti di luce arrangiati come schizzi di un disegnatore, attirano lo sguardo su di sé rivelando per immagini, vibrazioni e impressioni, una forma peculiare di bricolage paesaggistico.

 

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Tri Lus, by Riccardo Baruzzi, curated by Enrico Camprini.
Tri Lus, meaning “three lights” in the Romagnolo dialect, is a group of three vertical elements created by Riccardo Baruzzi for the Toast stand. While each piece is distinct, together they form a unified sculptural group that inhabits the space. This configuration creates an enclosure that invites viewers to engage with it from both close up and afar, while also functioning as a basic resonating body. The artist explores the relationship between image and sound in a spatial context, focusing on how these elements interact to create a unique experience for the viewer. The sculptures serve as relational objects that invite specific visual and auditory experiences while also evoking the aesthetic and cultural history of the Romagna region, particularly the valleys of Ravenna, where the artist is from. The displayed sculptures emerge from a compositional process that juxtaposes various elements, forming the visual and acoustic texture of the installation. Each sculpture features three neon forms that divide the space vertically, resembling strokes from a sketch. These points of light draw the viewer’s attention, revealing a distinctive landscape bricolage crafted from images, vibrations, and impressions.
Photo by Leonardo Morfini

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Inaugura mercoledì 27 novembre alle ore 18:30 nel Caveau di Manifattura Tabacchi la mostra collettiva frutto della seconda edizione di A Room with a View, il progetto che Toast Project dedica alla giovane scena artistica internazionale presente in città. L’esposizione, visibile fino all’8 dicembre, riunisce Milo Maricelli, Selma Ok e Lorenzo Risani. Attraverso l’uso di scultura, fotografia e tecniche digitali, le artiste e gli artisti dialogano con la memoria storica e il carattere unico del Caveau. Le loro opere d’arte interferiscono coi sentimenti smossi dalle memorie personali e collettive, evocando nuove sensibilità.
La mostra nel Caveau
Nello speciale contesto ex industriale del Caveau di Manifattura Tabacchi, le opere di Milo Maricelli, Selma Ok e Lorenzo Risani si inseriscono in un dialogo tra memoria storica e sperimentazione artistica contemporanea. Il Caveau custodisce infatti macchinari, serramenti, oggettistica e altri materiali, rinvenuti nella fabbrica e accuratamente recuperati. Attraverso pratiche che spaziano dal rigore analitico alla sensibilità affettiva, le artiste e gli artisti mettono in scena sensibilità fredde, tenere e violente. Le opere entrano in risonanza con l’identità del Caveau, alleggerendo il peso storico del passato attraverso strategie di condivisione. L’invito è a rinunciare al calore privato del ricordo, trovando leggerezza nell’empatia col prossimo, nel silenzio e nei tempi del paesaggio.
The artists
La ricerca di Milo Maricelli (Bellinzona, Svizzera, 2000. Studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze) si esprime principalmente attraverso la scultura.
Il suo lavoro impiega ceramica, pietra e argilla, esplorando forme di vita che si adattano a uno scenario di siccità, evocando ambienti aridi e climi estremi. La creazione di gioielli è al centro della pratica sociale di Selma Ok (Reims, Francia, 2004. Studia presso Alchimia Jewellery School in Firenze). L’offerta di un oggetto da indossare diventa per l’artista un modo per dare accesso a vite non comuni, dando luogo a momenti di emancipazione per chi li indossa. Lorenzo Risani (Bagno a Ripoli, Italia, 2000. Ha studiato all’Istituto Marangoni Firenze), esplora la relazione tra uomo e natura attraverso fotografia, video, suono, scultura e modellazione 3D, riorientando la tecnologia verso una dimensione contemplativa che invita alla sensibilità verso i ritmi e le sfumature del vivente non umano.
Il progetto
A Room with a View – about young international artists in town è un progetto volto a promuovere e sostenere young artists and cultural professionals che hanno scelto Firenze (città che ospita Toast Project) come tappa fondamentale del proprio percorso artistico e formativo.
La città offre numerosi spazi accademici di valore, ma raramente gli
young artists hanno occasioni di confronto fuori dai contesti scolastici.
Inoltre, molti non dispongono degli spazi necessari per una produzione artistica su larga scala. Il progetto affronta queste necessità combinando spazi di sperimentazione e formazione. Dopo il successo della prima edizione (febbraio 2024) e grazie alla collaborazione con Manifattura Tabacchi,
A Room with a View si evolve in una piattaforma-osservatorio stabile che include uno Studio program.

A Room with a View è un progetto sostenuto dalla Regione Toscana nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2024. Con il supporto di Manifattura Tabacchi. Si ringraziano l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Istituto Marangoni Firenze e Alchimia Jewellery School in Firenze.
Un ringraziamento speciale al Circolo Arci Mario Bencini.

A Room with a View, about young international artists in town
Milo Maricelli, Selma Ok, Lorenzo Risani
A cura di Toast Project
Caveau, Manifattura Tabacchi, Firenze
27 novembre – 8 dicembre 2024

Inaugurazione
Mercoledì 27 novembre, dalle 18:30 alle 21:00
Orari di apertura
Lun-Mar: chiuso
Mer-Ven: 16:00 – 19:00
Sab-Dom: 14:00 – 19:00
Ingresso libero

PRESS KIT

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Per il primo ciclo, Fuga ospita gli esercizi e le storie raccolte da Thyself Agency nei suoi INFO POINT.
Thyself Agency è un’agenzia di viaggio che organizza spedizioni nell’ignoto, praticando la maieutica attraverso tre specifici esercizi.
Per questa occasione hanno raccolto contributi dall’agente Rose (Emma Rose Hodne) e dall’agente A (Luca De Leva)
Fuga è un nuovo formato espositivo dedicato unicamente alla parola scritta degli artisti visivi. Fuga vuole ritornare alla capacità terapeutica della lettura, alla sua capacità di dare, scandire il tempo del pensiero, quando tale ritmo è messo costantemente alla prova dall’accelerazione che contraddistingue il capitalismo contemporaneo dell’informazione. Fuga è la parola fidata a cui Emily Dickinson dedica la poesia da cui questo processo prende il nome. Fuga è per la poetessa uno strumento terapeutico, una parola a cui ritornare nel proprio dialogo interiore, a cui affidare la promessa di una via di uscita, di un cambiamento. Fuga, in tal senso, è un atto di fiducia, una lettera d’amore, alla parola scritta. Alla sua capacità di essere strumento di scambio, di cambiamento, di terapia, di poesia. Per avere ancora fiducia nella parola, Fuga affida ogni azione, ogni capacità di comunicare agli scritti degli artisti. Fuga lascia che sia solo lei, la parola scritta e fidata, a condurre ogni forma di esperienza. Strutturata come un’envois episodica o un feuilleton a puntate, ospitata all’interno delle newsletter di Toast Project Space, Fuga rifiuta le premesse di tale formato. Aprire una mail normalmente significa esporsi a una richiesta, sia essa di lavoro, di iscrizione, di calendario, di comunicazione, di informazioni. Le lettere digitali di Fuga non chiedono nulla in cambio. Non hanno pretese, ma vogliono offrire una pausa nel flusso continuo di richieste che definisce il nostro spazio digitale. Una fuga verso il pensiero, per conoscere e aggiungere dimensioni alla ricerca degli artisti visivi e, attraverso la loro donazione di storie e idee, indirizzare il pensiero dei lettori verso l’altro. L’altro da sé, l’altro dalla routine quotidiana, così scandita del nostro rapporto simbiotico con la casella di posta elettronica e ora interrotta per un breve momento dall’invio mattutino di una parola diversa. Una parola fidata, che possa far iniziare al meglio la vita interiore del nostro pensiero.

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For the first cycle, Fuga hosts the exercises and stories collected by Thyself Agency at its INFO POINTS.
Thyself Agency is a travel agency that organizes expeditions into the unknown, practicing maieutics through three specific exercises.
On this occasion, they have gathered contributions from Agent Rose (Emma Rose Hodne) and Agent A (Luca De Leva).
Fuga is a new exhibition format dedicated solely to the written word of visual artists.
Fuga seeks to return to the therapeutic power of reading, to its ability to provide and pace the time of thought, especially when such rhythm is constantly challenged by the contemporary acceleration of  capitalism of  information.
Fuga [escape] is the trusted word to which Emily Dickinson dedicates the poem from which this process takes its name. For the poet, escape is a therapeutic tool, a word to return to in one’s inner dialogue, a promise of an escape route, a possibility for change.
Fuga, in this sense, is an act of trust, a love letter to the written word. It celebrates its ability to offer change, therapy, and poetry.
To maintain faith in the word, Fuga entrusts every action and communication to the artists’ writings. Fuga lets the trusted, written word guide alone every form of experience. Structured as an episodic envois or a serialized feuilleton, hosted within the newsletters of Toast Project Space, Fuga rejects the premises of this format. Opening an email typically means exposing oneself to a request, be it work-related, for registration, scheduling, communication, or information.
Fuga’s digital letters ask for nothing in return. They make no demands but aim to offer a pause in the continuous flow of requests that define our digital space. It is an escape towards thought, to explore and add dimensions to the research of visual artists, and, through their donation of stories and ideas, to direct readers’ thoughts towards the other. Other beyond oneself, beyond the daily routine, so shaped by our symbiotic relationship with the inbox, now briefly interrupted by the morning delivery of a different word. A trusted word that may help start the inner life of our thoughts in a better way.

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Influencer Sarcophagus
Amitai Romm
28/09/2024 – 03/11/2024
Opening 28/09/24, 6.30 – 9 pm

Il lavoro di Romm allude alla progettazione di sistemi d’organizzazione della materia. Una ricerca, la sua, dedicata a esplorare come le società definiscano, separino, veicolino e manipolino oggetti e informazioni. L’artista trasforma gli spazi in ambienti in cui i materiali vengono ordinati, setacciati e dislocati. Nelle opere appaiono oggetti come container, materiali da imballaggio per cibi e merci, parabole che disperdono segnali echeggiandone altri, in un chiaro riferimento ai metodi di distribuzione commerciale e sensoriale del presente.
“INFLUENCER SARCOPHAGUS” trova posto a Toast Project Space abbracciando il mistero e il potenziale di una materia emergente e dando luogo così a un intervento che risuona con lo spirito del progetto che l’ospita. Il lavoro di Romm, infatti, mette in discussione le strutture che regolano l’ambiente. Sondando i confini indaga su come le cose si distinguono le une dalle altre e riflette sulla la posta in gioco di ogni separazione. La decisione di aprire la stagione con il lavoro di Romm intende evidenziare un’attitudine di Toast Project sulla posizione dell’arte contemporanea nel presente, dando luogo a situazioni non convenzionali e favorendo un particolare incontro tra le opere, lo spazio e il pubblico.

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Amitai Romm’s work addresses the organization of matter, often transforming spaces into environments where materials are sorted, sifted, and redistributed. His practice engages with commercial and sensory distribution methods—such as shipping containers, packing materials, and signals dispersed by satellites—to explore how we define, separate, and manipulate objects and information. ”
INFLUENCER SARCOPHAGUS aligns with Toast Project by embracing the mystery and potential of emerging matter, creating an intervention that resonates deeply with the project’s spirit. Romm’s work continually questions the structures that dictate our environment, probing the boundaries of how we distinguish one thing from another and what is at stake in these distinctions. This attitude reflects Toast commitment to presenting contemporary art in unconventional situations fostering encounter between the artworks, the space, and the public

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Marcela Castañeda Florian
Opening 24/10/24 – 6.30 – 9 pm
Building B9 – Manifattura Tabacchi, Florence

Marcela Castañeda Florian (Bogota, Colombia, 1992. Vive a Firenze) inaugura
il programma di studi d’artista che Toast Project organizza nel contesto di Manifattura Tabacchi a Firenze.  L’artista abiterà lo studio da luglio a ottobre, mese in cui è previsto un evento di restituzione.
Castañeda Florian frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e studia le relazioni fra corpo e abitare attraverso le prospettive teoriche proprie della fotografia, dell’antropologia e dell’archeologia. Castañeda Florian è interessata ai rapporti che emergono tra il luogo – contenitore di spazi, immaginari e archetipi –  e la sua presenza di artista e di donna, “di territorio organico in costante apprendimento, trasformazione, risonanza e movimento”.
Toast Project – Studio è uno studio program lanciato nell’estate del 2024.
Il progetto è dedicato a visual artists che vivono nel territorio e necessitano di uno spazio di lavoro. Il programma prevede 3 assegnazioni annuali. Per la prima edizione, la partecipazione al progetto è su invito.
La permanenza dell’artista nello studio è valorizzata da una serie di attività, votate allo scambio di conoscenze e al dialogo artistico. Toast accompagna l’artista attraverso un serie di incontri individuali per focalizzare la pratica e approfondire la ricerca da un punto di vista emotivo, pratico e teorico.
Il team di Toast, inoltre, invita diversi professionals a visitare lo spazio di lavoro, coltivando le relazioni del progetto e dell’artista con la scena. Al termine del quadrimestre, l’artista presenta il proprio lavoro in un evento aperto al pubblico di Toast e alla comunità.

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Marcela Castañeda Florian (Bogotá, Colombia, 1992. Lives in Florence) inaugurates the studio program organized by Toast Project in the context of Manifattura Tabacchi in Florence. The artist will be in the studio from July, concluding with a public event in October.
Castañeda Florian attends the Academy of Fine Arts in Florence and studies the relationships between the body and dwelling through the theoretical perspectives of photography, anthropology, and archaeology. She is interested in the connections that emerge between the place and her presence as an artist and a woman, “an organic territory in constant learning, transformation, resonance, and movement.”
Toast Project – Studio is a studio program launched in the summer of 2024. The project is dedicated to visual artists living in the area who need a workspace. The program includes three annual residencies. For the first edition, participation is by invitation only.
The artist’s stay in the studio is enriched by a series of activities aimed at the exchange of knowledge and artistic dialogue. Toast supports the artist through a series of individual meetings to focus on their practice and deepen their research from an emotional, practical, and theoretical perspective.
Additionally, the Toast team invites various professionals to visit the workspace, nurturing the project’s and the artist’s connections with the scene. At the end of the four-month period, the artist presents their work at a public event open to Toast’s audience and the community.

 

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Toast Project – Studio è uno studio program lanciato nell’estate del 2024.
Il progetto è dedicato a visual artists che vivono nel territorio e necessitano di uno spazio di lavoro. Il programma prevede 3 assegnazioni annuali. Per la prima edizione, la partecipazione al progetto è su invito.
La permanenza dell’artista nello studio è valorizzata da una serie di attività, votate allo scambio di conoscenze e al dialogo artistico. Toast accompagna l’artista attraverso un serie di incontri individuali per focalizzare la pratica e approfondire la ricerca da un punto di vista emotivo, pratico e teorico.
Il team di Toast, inoltre, invita diversi professionals a visitare lo spazio di lavoro, coltivando le relazioni del progetto e dell’artista con la scena. Al termine del quadrimestre, l’artista presenta il proprio lavoro in un evento aperto al pubblico di Toast e alla comunità.

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Toast Project – Studio is a studio program launched in the summer of 2024. The project is dedicated to visual artists living in the area who need a workspace. The program includes three annual residencies. For the first edition, participation is by invitation only.
The artist’s stay in the studio is enriched by a series of activities aimed at the exchange of knowledge and artistic dialogue. Toast supports the artist through a series of individual meetings to focus on their practice and deepen their research from an emotional, practical, and theoretical perspective.
Additionally, the Toast team invites various professionals to visit the workspace, nurturing the project’s and the artist’s connections with the scene. At the end of the four-month period, the artist presents their work at a public event open to Toast’s audience and the community

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La lettura del classico di Collodi, sovente metafora degli intricati rapporti fra verità e convenienza, ha ispirato Gala a partire dalla scena Disney in cui il burattino si esibisce performando ‘I’ve Got No Strings’.
Pinocchio, inciampando, scatena l’ilarità del pubblico e il guadagno di Mangiafuoco. Le corde non sono ciò che lo imprigionano.
Nella mostra, la polvere di corpi falliti è impiegata per creare nuovi corpi. Una serie di burattini fatti di segatura si animano al tocco degli osservatori, che diventano così motori per protagonisti falsi. L’atto performativo confonde i ruoli fra burattini e burattinai, sottolineando con suoni acuti i rapporti di potere racchiusi nello spettacolo.
Nell’azione di Gala, l’abduzione e l’adduzione delle mani è simile a quella che anima i burattini tiracorda, attiva dispositivi sonori che generano suoni acuti. Il legame fra il suono e il movimento dei burattini è racchiuso nel concetto di falsetto. In questa forma di canto, che etimologicamente deriva da “falso”, le tonalità più basse diventano altissime e le voci ricordano quelle dei bambini “veri”.
Falsetto
Enej Gala a cura di Stefano Giuri
16 Aprile – 23 Giugno 2024 prorogata fino al 31 Agosto
Fotografie di Leonardo Morfini

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Collodi’s classic, often a metaphor for the intricate relationships between truth and convenience, inspired Gala to address the Disney scene in which the puppet performs “I’ve Got No Strings”. Pinocchio, stumbling, unleashes the audience’s laughter and Mangiafuoco gains profit. The strings are not what imprison him.
In the exhibition, the dust of failed bodies is used to create new ones. A series of puppets made of sawdust come to life at the touch of the observers, who thus become engines for these ‘’false’’ protagonists. The performative act blurs the roles between puppets and puppeteers, underlining with sharp sounds the power dynamics encapsulated in the show.
In Gala’s action, abduction and adduction of the hands, similar to that which animates these pull-the-string-puppets, activates sound devices that generate sharp sounds. The connection between sound and the movement of marionettes is encapsulated in the concept of falsetto. This form of singing, etymologically derives from “false”, as the lowest tones become very high, resembling those of “real’’ children.
Falsetto
Enej Gala curated by di Stefano Giuri
April 16 – June 23, 2024 extended until 31 August
Photographs by Leonardo Morfini

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Sabato 16 dalle 18 alle 21 e domenica 17 marzo dalle 11 alle 19 appuntamento in Manifattura Tabacchi con l’evento espositivo inaugurale di A Room with a View, prima edizione di un progetto d’arte contemporanea che Toast APS dedica alla comunità internazionale di Firenze.
Negli spazi di Festa – spazio espositivo di Manifattura Tabacchi, le artiste e gli artisti Marcela Castañeda Florian (Colombia), Ira Kostyuk (Ucraina), Savina Ražnatović (Montenegro), Bai Wenxi (Cina) e Abraham Yael (Messico) espongono installazioni, sculture, fotografie e opere digitali. L’allestimento della collettiva sviluppa un’architettura provvisoria che sottolinea una compenetrazione tra esterno e interno, tra dimensione intima e mondo esteriore.
A Room with a View è uno dei 44 progetti sostenuti del bando Toscanaincontemporanea 2023 di Regione Toscana e persegue gli obiettivi di far emergere ricerche artistiche sperimentali e favorire l’incontro fra comunità. È reso possibile dal supporto di Manifattura Tabacchi e dal dialogo con Accademia di Belle Arti Firenze, IED Firenze, Istituto Marangoni Firenze e LABA Firenze.
Il progetto include un workshop condotto da Chiara Bettazzi al Circolo Arci Mario Bencini e una mostra visitabile fino a fine mese nel gabbiotto di Toast Project Space.
16 – 31 marzo 2024
Fotografie di Leonardo Morfini

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Saturday, the 16th, and Sunday, the 17th, at Manifattura Tabacchi in Florence, Toast APS presents the starting event of A Room with a View. The project refers to the international community in town.
Five Florence-based artists from different countries showcase their work: Marcela Castañeda Florian from Colombia, Ira Kostyuk from Ukraine, Savina Ražnatović from Montenegro, Bai Wenxi from China, and Abraham Yael from Mexico. The show features diverse artworks, including sculptures, photographs, and digital pieces. The setup creates a temporary structure inside the space. A podium blurs the line between indoor and outdoor, renegotiating the boundaries between personal and public.
A Room with a View is among the 44 projects that have received funding from Toscanaincontemporanea 2023. The project aims to promote experimental artistic research and facilitate community interactions. The project has received support from Manifattura Tabacchi and was made possible through a dialogue with Accademia di Belle Arti Firenze, IED Firenze, Istituto Marangoni Firenze, and LABA Firenze.
A Room with a View includes a workshop led by Chiara Bettazzi at Circolo Arci Mario Bencini and an extended version of the exhibition on view until the end of the month in Toast Project Space’s booth.
March 16 – 31, 2024
Photographs by Leonardo Morfini

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I Was Flying Back to You When the Ceiling Collapsed with the solo by Martina Rota at Megadue
Aosta accompagna la programmazione di Megadue, Bologna con un progetto editoriale sviluppato dando stampa alle parole degli artisti. I libricini sono prodotti in 75 copie numerate. Privilegiano forme di scrittura ibride e non convenzionali. In occasione di Martina Rota- I Was Flying Back to You When the Ceiling Collapsed si pubblicano alcune pagine dal diario dell’artista.

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Aosta follows the programming of Megadue, Bologna with an editorial project developed by giving voice to the words of the artists. The booklets are produced in 75 numbered copies. They features hybrid and unconventional forms of writing. On the occasion of “Martina Rota – I Was Flying Back to You When the Ceiling Collapsed,” some pages from the artist’s diary are published.

PAGES
20
SIZE (in cm)
10 x 13
COPIES
75
DESIGN
Maria Cecilia Cirillo
Aosta Publishing
BUY

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Aosta accompagna la programmazione di Megadue, Bologna con un progetto editoriale sviluppato dando stampa alle parole degli artisti. I libricini sono prodotti in 75 copie numerate. Privilegiano forme di scrittura ibride e non convenzionali. In occasione di Marco Gobbi – Till the clouds roll by, si pubblica il racconto dell’artista  “Tre ossa e un suono”.

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Aosta follows the programming of Megadue, Bologna with an editorial project developed by giving voice to the words of the artists. The booklets are produced in 75 numbered copies. They features hybrid and unconventional forms of writing. On the occasion of “Marco Gobbi – Till the clouds roll by” the artist’s story “Tre ossa e un suono” are published.

PAGES
20
SIZE (in cm)
10 x 13
COPIES
75
DESIGN
Maria Cecilia Cirillo
Aosta Publishing

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Un uovo millenario di un uccello estinto è sequestrato in aeroporto. Si dice abbia molto valore. “Uova e tramezzi” è il nome di una categoria di ricette emerso da un monitor appartenente al patrimonio digitale del museo. La trasmissione di un segreto culinario è l’innesco del progetto che Giuseppe De Mattia sviluppa negli spazi della collezione permanente. In un luogo dedicato alla memoria storica, l’artista cala un racconto apparentemente minore che, mirabolante e concreto, mette in luce il ruolo di immagini e parole nella costruzione dei ricordi. I tramezzi sono, in De Mattia, ciò che sta nel mezzo: ambienti narrativi imprevisti che interrompono una comunicazione lineare. La documentazione è affidata a un libro d’artista edito da Aosta Publishing. Il libro riporta alla carta la ricetta delle uova gonfie che fu digitalizzata nel 1999 per l’allora nascente Museo Ebraico di Bologna dal libro “La cucina nella tradizione ebraica” di Giuliana Ascoli Vitali – Norsa.
[Giuseppe De Mattia, Uova e Tramezzi a cura di Gabriele Tosi, Museo Ebraico di Bologna, 01.02 > 17.03.2024]

en

The airport security seized a millennium-old egg from an extinct bird. The egg has a great value. ‘Eggs and Toast’ is the name of a recipe category that emerged from a monitor in the museum. The transmission of a culinary secret triggers the project that Giuseppe De Mattia develops within the permanent collection spaces. In a place dedicated to historical memory, the artist introduces a minor yet marvelous narrative, highlighting the role of images and words in constructing memories. The project connects different worlds, stimulating unconventional reflections on memory and communication. The documentation of the exhibition, with the original drawings and a dream,  is entrusted to an artist’s book published by Aosta Publishing. The book reprints the recipe digitalized in 1999.
[Giuseppe De Mattia, Uova e Tramezzi curated by Gabriele Tosi, Jewish Museum of Bologna, 01.02 > 17.03.2024]

Uova e tramezzi
Giuseppe De Mattia
Italian
PAGES
16
SIZE (in cm)
8,7 x 11,8 cm
DESIGN
Maria Cecilia Cirillo
Aosta Publishing

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it

Domenica 3 marzo dalle ore 11 alle 21 torna Aprto. Aperture del contemporaneo a Prato, giornata di aperture condivise promossa da spazi indipendenti attivi nella produzione e nella promozione dell’arte contemporanea in città. La seconda edizione si espande coinvolgendo otto realtà e altrettanti diversi luoghi di Prato, intrecciandosi nel corso della mattinata con la tradizionale sfilata del Capodanno cinese che dal Macrolotto Zero arriva nel centro storico. Ognuno degli spazi promotori – SC17, Lottozero, ChorAsis, Estuario Project Space, Dryphoto, Spazio Materia, Open Studio Italo Bolano, Moo – partecipa con un’apertura straordinaria a ingresso libero legata a un evento, una performance o una mostra. Aprto è coordinato da Chiara Bettazzi (SC17), Alessandra Tempesti (Lottozero) e Gabriele Tosi (Toast APS) in collaborazione con il Comune di Prato.
Nato in un contesto urbano dalla forte vocazione al contemporaneo, il progetto ne intercetta alcune delle espressioni autonome più significative, tra le quali vi sono entità sia consolidate e radicate nel tessuto pratese sia emergenti. Anagramma del nome di Prato, Aprto suggerisce, anche attraverso un gioco di parole contraddistinto dalla difficoltà di pronuncia, l’attenzione per i linguaggi sperimentali con la loro voglia di aprirsi all’altro e al territorio. Le storiche presenze artistiche istituzionali locali, infatti, hanno coltivato un sottobosco fiorente, fatto spesso di attori anche maturi e di gruppi che agiscono in maniera trasversale. Aprto evidenzia la permeabilità della scena artistica di Prato e, ritenendola un valore, la sua diversità e ricchezza in fatto di approcci, contenuti, proposte. L’idea è inoltre contribuire alla creazione e al rafforzamento di esperienze di rete, favorendo lo scambio e il senso di appartenenza a una stessa comunità da un lato, promuovendo dall’altro una maggiore percezione della vivacità della proposta indipendente e sperimentale locale in pubblici vecchi e nuovi. Simone Mangani, assessore alla Cultura afferma: “La seconda edizione di Aprto allarga la partecipazione, coinvolge molti più spazi, luoghi e soggetti del contemporaneo, a testimonianza di una vivacità sempre maggiore del tessuto connettivo della città”.

Aprto.  Aperture del contemporaneo a Prato
Domenica 3 marzo 2024 dalle ore 11 alle ore 21 Ingresso libero
Coordinato da Chiara Bettazzi (SC17), Alessandra Tempesti (Lottozero) e Gabriele Tosi (Toast APS).
Organizzato da Toast APS in collaborazione con il Comune di Prato.
Aderiscono all’edizione 2024:
Franco Menicagli / Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale / ChorAsis / Villa Rospigliosi, via Firenze 83, Stefano Calligaro / Poetrick No.104 / materializzazione di Serena Becagli / Dryphoto arte contemporanea / Via delle Segherie 33a, Hannes Egger / Second Skin / a cura di Alessandra Tempesti / Lottozero / Via Arno 10, Traslazioni / Simposio / Estuario Project Space / Officina Giovani, Via Macelli 3, Marco Mazzoni / What are you looking for? / Moo / Via San Giorgio 9a, Gabriele Diversi / Refrattario / a cura di Erica Romano / Open Studio Italo Bolano / Via Fra’ Bartolomeo 57, Giovanni De Gara / Mio cv sintetico e non troppo bello / Spazio Materia / Via Altopascio 12, TAI Club / Archivio Tuscan Art Industry + live by plurale / a cura di Gabriele Tosi / SC17 / Corte di Via Genova 17 (SC17 + Capanno Black Out)
Crediti fotografici: Margherita Nuti

en

it

Pare che Toast sia stato demolito
Giuseppe De Mattia

en

PRINT
silkscreen on paper
SIZE (in cm)
33 x 48
COPIES
50
Aosta Publishing
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it
en

PAGES
20 + poster

SIZE (in cm)
14,8 x 21

COPIES
50

DESIGN
Maria Cecilia Cirillo

Aosta Publishing

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it

I Pettegolezzi, è una serie di tele dipinte da Giuseppe De Mattia in cui  tenta un dialogo aperto con il mondo in una sorta di fumetto dove i baloon rappresentano sentenze caustiche dove non ci si prende la piena responsabilità di quello che è scritto, nascondendosi dietro ai “si dice, si mormora, dicono, ecc”. Anche in questa serie De Mattia, perpetua il suo interesse per la tragicommedia. Qui, in una sorta di poesia tragicomica aperta con il mondo, fa riferimento alla grafica delle locandine di un preciso momento del cinema e del teatro italiano. Il multiplo Pettegolezzi, edito da Aosta Publishing, Firenze con un testo di Tret Galaxie, è prodotto dalla galleria Matèria di Roma e Opr di Milano, raccoglie una manciata di bozzetti per altrettante nuove tele della serie dei Pettegolezzi.

en

“I Pettegolezzi” is a series of paintings by Giuseppe De Mattia in which he attempts an open dialogue with the world in a sort of comic strip where the balloons represent caustic sentences where one doesn’t fully take responsibility for what is written, hiding behind phrases like “it’s said, it’s rumored, they say,” etc. In this series as well, De Mattia perpetuates his interest in tragicomedy. Here, in a kind of open tragicomic poetry with the world, he refers to the graphics of posters from a specific moment in Italian cinema and theater. The multiple “The Gossips,” published by Aosta Publishing, Florence with a text by Treti Galaxie, is produced by the Matèria Gallery in Rome and Opr in Milan, collecting a handful of sketches for as many new paintings in the series of “I Pettegolezzi”.

PAGES
5

SIZE (in cm)
33 x 48

Aosta Publishing

it

Il lavoro di Giuseppe Abate, presentato e pensato per gli spazi di Toast, ripercorre gli ultimi anni della sua ricerca sui materiali organici derivati dalla lavorazione degli scarti dell’industria del pollo. Attraverso espedienti chimici ed artigianali, quello che resta dell’animale dopo il consumo alimentare viene trasformato in materia utile a riformulare tecniche pittoriche, scultoree e di conciatura e lavorazione della pelle. Non è però solo l’utilizzo pratico ad interessare Abate, bensì il pollo diventa all’interno della sua ricerca un innesto per attivare riflessioni legate alla società, al consumo e alla pubblicità.

In occasione della mostra TFC sarà esposta l’opera To get to the other side. Questo elemento è anche al centro della rivista realizzata appositamente per l’esposizione e vista come una estensione di essa nello spazio e nel tempo. La rivista, che contiene diverse immagini appartenenti all’archivio visivo di Abate, è frutto di un lavoro corale e si serve delle vesti grafiche della coolness tipiche della pubblicità di moda, per sovvertirle internamente, attraverso una operazione mimetica che ne lascia però intravedere le fratture.

TFC / Toast Fried Chicken
Giuseppe Abate
a cura di Elena Bray
17 novembre al 2 dicembre 2023

Fotografie di Leonardo Morfini

en

Giuseppe Abate’s artwork, crafted and tailored for the Toast spaces, traces the recent years of his exploration into organic materials derived from the processing of chicken industry waste. Through both chemical and artisanal methods, the remnants of the animal post-consumption are transformed into materials suitable for reimagining painting, sculpture, and leather tanning and processing techniques. However, Abate’s interest extends beyond practical utility; within his research, the chicken serves as a graft to instigate reflections on society, consumption, and advertising.

For the TFC exhibition, the piece “To get to the other side” will be showcased. This element takes center stage in the magazine specially curated for the exhibition, viewed as an extension of the exhibit in both space and time. The magazine, a collaborative effort featuring various images from Abate’s visual archive, employs the graphic aesthetics reminiscent of fashion advertising’s coolness, only to internally subvert them through a mimetic operation that, nonetheless, reveals its fractures.

TFC / Toast Fried Chicken
Giuseppe Abate
curated by Elena Bray
November 17th to December 2nd, 2023

Photographs by Leonardo Morfini

it

Concerto di Fabbrica. Il progetto mette insieme le risorse che costituirono la terra d’Otranto, contraddistinta da una coniugazione unica tra cultura e natura. La mostra è costituita da due complessi scultorei allestiti negli spazi della Manifattura Tabacchi. Nel primo gruppo, inanimato e composto da una serie di ceramiche, campeggiano sotto forma di pittura tre decorazioni testuali. Qui, tre momenti storici distinti provano a sottolineare la dialettica tra passato e presente in un territorio che nasconde, sotto una maschera florida, il carattere demolitore dei propri valori iconici. Il secondo complesso mette in scena un concerto di fabbrica in cui i suoni sordi degli organi ad aria diventano l’ordito acustico di un passato che si fa artefice di una nuova immagine idealizzata.

Concerto di Fabbrica
Luca Coclite
a cura di Stefano Giuri
14 Settembre – 15 Ottobre 2023

Fotografie di Leonardo Morfini

en

Concerto di Fabbrica. The project brings together the resources that made up the land of Otranto, marked by a unique combination of culture and nature. The exhibition consists of two sculptural ensembles set up in the spaces of the Manifattura Tabacchi. In the first group, inanimate and composed of a series of ceramics, three textual decorations stand out in the form of painting. Here, three distinct historical moments try to emphasize the dialectic between past and present in an area that hides, under a florid mask, the demolishing character of its own iconic values. The second ensemble stages a factory concert in which the muted sounds of air organs become the acoustic warp of a past that becomes the architect of a new idealized image.

 

Concerto di Fabbrica
Luca Coclite
curated by di Stefano Giuri
September 14 – October 15, 2023

Photo by Leonardo Morfini

it

Costanza – la città amplificata è un festival – forum di suoni amplificati che domenica 10 settembre, dalle 10 alle 22, riunisce la città attorno a un potente amplificatore da 800 W- opera permanente dell’artista David Casini – installato nel 2019 a Villa Costanza, Scandicci ma raramente utilizzato. Le 12 ore del festival alternano momenti live a suoni registrati, coinvolgendo la scena artistica e la comunità locale nell’attivazione del dispositivo e nella riflessione sul suo utilizzo futuro. L’evento è il primo episodio di Straordinaria, progettualità che getta luce su situazioni in cui un bene artistico pubblico necessita di cure e azioni collettive che ancora non si sono innescate.
Tracce inedite di Nicola Di Croce e Canedicoda riflettono sulla vitalità di ciò che difficilmente è ascoltato, mettendo in risonanza, con modalità diverse
e personali, suoni e presenze animali, naturali e urbani, suggerendo riflessioni inattese attorno alle idee di partecipazione, società, transito, attesa. Alcuni momenti ibridi, composti da suoni registrati e interventi dal vivo, danno valore al corpo e alla presenza fisica: li agiscono il collettivo Plurale, gli artisti Matteo Mannocci, Francesco Toninelli e Jacopo Buono. Con Radio Papesse ripercorriamo invece Benjamin, il festival di sound art che nel 2019 prese vita nelle pensiline della tramvia fiorentina con i contributi, fra gli altri, di Alan Dunn, Chloe Despax and Felix Blume, Pietro Michi, Toni Dimitrov, Halfcastle, Jeanna Debarsy, User from PT e Giovanni Corona.
Alle ore 15 un forum coinvolge soggetti attivi sul territorio, anche in rappresentanza delle istituzioni, degli enti culturali  e in generale del panorama musicale e artistico locale, in una discussione aperta sull’amplificatore e sulla sua valorizzazione.La programmazione si conclude in serata con due live espressivi di poetiche sperimentali e contaminate: quello di Giulio Aldinucci a cura di NUB Project Space e quello di Ramona Ponzini.
La città amplificata» è un progetto dell’associazione Toast APS a cura di Mariangela Dalfovo, Stefano Giuri e Gabriele Tosi realizzato con il sostegno del Comune di Scandicci nell’ambito di Scandicci Open City 2023, con la partecipazione di Italia Tosta, Radio Papesse e NUB Project Space.

10 Settembre 2023
Fotografie di Leonardo Morfini

si ringrazia Nub Project Space e Radio Papesse

en

“Costanza – the Amplified City” festival and forum occur on Sunday, September 10th, from 10:00 a.m. to 10:00 p.m. This event centers around an 800-watt amplifier, a permanent artwork created by artist David Casini and installed in 2019 at Villa Costanza in Scandicci. Although rarely used, this device will be activated during the 12-hour festival, featuring a combination of live and recorded sounds. The festival aims to engage the local artistic scene and community in reflecting on the amplifier’s future use.
The event is the first episode of “Straordinaria,” a project focusing on public artistic assets requiring care and collective actions. During the festival, previously unreleased tracks by Nicola Di Croce and Canedicoda will be presented, reflecting on the vitality of what is rarely heard. These tracks explore different modes of animal, natural, and urban sounds, offering unexpected reflections on participation, society, transit, and waiting.
The festival program also includes hybrid moments composed of recorded sounds and live interventions. Artists such as Matteo Mannocci, Francesco Toninelli, Jacopo Buono, and the collective Plurale will participate in the festival. Additionally, Radio Papesse revisited the sound art festival “Benjamin,” which took place in 2019 at the tramway shelters in Florence.
At 3:00 p.m., a forum will be held for active participants in the local area, including representatives from institutions, cultural organizations, and the local music and artistic community. This open discussion will focus on the amplifier and its valorization.
The programming concludes in the evening with two expressive live performances of experimental and blended poetics, one curated by NUB Project Space featuring Giulio Aldinucci and the other by Ramona Ponzini.
“Costanza” is a project by the Toast APS association, curated by Mariangela Dalfovo, Stefano Giuri, and Gabriele Tosi, realized with the support of the Municipality of Scandicci as part of Scandicci Open City 2023, and with the participation of Italia Tosta, Radio Papesse, and NUB Project Space.

September 10, 2023
Fotografie di Leonardo Morfini

special thanks to Nub Project Space and Radio Papesse

it

“Gli articoli di Lapo, raccolti e letti nel loro insieme, rappresentano la sua visione e interpretazione del mondo e della realtà Radicale e sono una parte importante della sua pratica. Proprio per questo è importante oggi l’operazione di ripubblicarli. Nonostante possa sembrare costretto dentro l’idea della recensione, il pensiero di Lapo viene fuori in modo forte nella forma, nel linguaggio, nella scrittura. Sono testi “datati” nel tempo ma da cui emergono delle tematiche che ancora oggi agitano le ultime generazioni verso una visione del mondo a livello etico, critico e severo, contribuendo alla ricerca di modi per contrastare il punto di vista del ‘sistema ufficiale’ guidato dal profitto. Se c’è un pregio nell’Architettura Radicale e nel lavoro di Lapo, è proprio qui.”
Gianni Pettena

en

“The articles by Lapo, collected and read together, represent his vision and interpretation of the Radical world and reality and are an important part of his practice. That’s why it’s important today to republish them. Despite seeming constrained within the idea of review, Lapo’s thought comes out strongly in form, language, and writing. These are ‘dated’ texts but from which themes still emerge that stir the latest generations towards an ethical, critical, and severe worldview, contributing to the search for ways to counter the perspective of the ‘official system’ driven by profit. If there is a merit in Radical Architecture and in Lapo’s work, it is precisely here.”
Gianni Pettena

Italian / English

PAGES
192

SIZE (in cm)
Paperback, 12 x 18

COPIES
400, including 30 signed and numbered by the artist

EDITING
Nilo Australi, Giulia Guidi

DESIGN
SMV – Studio Moretti Visani

Aosta & Rose Publishing co-edition
ISBN 9788894704006

it

La prima mostra in Italia dell’artista ha per protagoniste tre scene di dialogo teatrale, che hanno preso forma nella modellazione 3D, in scultura e scrittura, trasformando la personale in un processo di messa in scena.

Le produzioni di Wieland Schönfelder sono inscritte in un complesso che include animazione digitale, scultura, drammaturgia e installazione. Il lavoro di Schönfelder manifesta un costante confronto dei confini tra teatro e arti visive, di cui esplora liberamente e anacronisticamente l’estetica e la storia sociale. Le sue creazioni, rese in gruppi scultorei, in immagini e in video, appaiono come strani mondi palesemente inscenati, all’interno dei quali sono spesso celati motivi biografici e riflessioni critiche. La scelta stessa del dialogo, legato alla struttura originale del teatro e divenuto genere con la letteratura filosofica e scientifica, sembra approfittare di questo suo potenziale. 

 

Dialog
Wieland Schönfelder
A cura di condylura
08 giugno 2023 – 01 settembre 2023

Fotografie di Leonardo Morfini

en

The first Italian show by the artist exhibits three scenes of theatrical dialogue, which have taken shape in 3-D modeling, sculpture, and writing, turning the exhibition into a staging process.

Wieland Schönfelder’s productions are inscribed in a complex that includes digital animation, sculpture, dramaturgy, and installation. Schoenfelder’s work manifests a constant confrontation of the boundaries between theatre and visual arts, whose aesthetics and social history he freely and anachronistically explores. His creations, rendered in sculptural groups, images, and video, appear as weird, overtly staged worlds, within which are often concealed biographical motifs and critical reflections. The very choice of dialogue, linked to the original structure of theatre and becoming a genre with philosophical and scientific literature, appears to take advantage of such potential. 

 

Dialog
Wieland Schönfelder
Curated by condylura
June 08, 2023 – September 01, 2023

Photo by Leonardo Morfini

it

Toast si trasferisce in un nuovo gabbiotto a pochi metri di distanza. L’artista interviene durante la transizione riflettendo su particolari luoghi da cui accedere a informazioni segrete. Un palo della luce segato a metà collega i gabbiotti proponendo una particolare modalità di affissione. Un asterisco d’inchiostro funziona come chiave e parola d’ordine.
A.A.A. Un lampione. Una voce affissa. Grida, avvisi, aiuto, vendesi, fumo.

Info
Filippo Tappi
12 Aprile 04 Maggio 2023

Fotografie di Leonardo Morfini
si ringrazia Corrado Pettinelli

en

Toast moves to a new guardhouse just a few meters away. The artist intervenes during the transition by reflecting on specific places to access secret information. A lamppost sawed in half connects the booths, proposing a particular display mode. An ink asterisk serves as the key and password.
AAA A street lamp. A fixed voice. Shouting, warnings, help, for sale, smoke.

Info
Filippo Tappi
April 12
 –
May 04, 2023

Photo by Leonardo Morfini
thanks to Corrado Pettinelli

it

L’artista interviene sul gabbiotto rimuovendo tetto e finestre. Le sculture, elaborazioni di scheletrati odontoiatrici, si saldano a ciò che resta dell’architettura. Durante la serata inaugurale due persone indossano sculture-grillz, aggirandosi dentro e attorno a Manifattura. L’operazione è documentata in un libro di Aosta.
Prede apre la bocca e guarda la fragilità dei sorrisi. La scarnificata architettura di Toast consente a ciò che è vulnerabile di unirsi e fiorire. Due persone mordono le antiche protesi impazzite e affrontano la bestialità dell’essere umano perseguendo una realtà desiderabile. Una società nuova potrebbe nascere da un atto ancestrale.

The Toothless’ Club, 2022. Scheletrati odontoiatrici in lega stellite di cromo, cobalto e molibdeno saldati a laser, dimensioni variabili.
Zanne fragili, 2022. Denti provvisori policarbonati galvanizzati in argento, 5x12x20 cm ciascuno.

Prede
A cura di Stefano Giuri e Gabriele Tosi
22 settembre – 7 novembre 2022

Performer: Rebecca Mari, Damiao Solfanelli
si ringrazia Paolo Cuppone

en

The artist removes the roof and windows of the guardhouse, allowing the sculptures crafted from dental structures to blend in with the remaining architecture seamlessly. During the opening evening at Manifattura, two people wore sculpture-grillz as they navigated their way in and around the facility. The operation is documented in a book from Aosta.
Prede opens the mouth, staring at the fragility of smiles. The guardhouse’s skeletal structure provides a space for the vulnerable to gather and flourish. Two people take a bite out of ancient and untamed prosthetics, confronting the wild nature of humanity in the pursuit of a desirable reality. A new society may just be born from this primal act.

The Toothless’ Club, 2022. Dental skeletons in stellite alloy of chromium, cobalt, and molybdenum welded with laser, variable dimensions.
Zanne Fragili, 2022. Silver galvanized polycarbonate temporary teeth, 5x12x20 cm each.

Prede
Curated by Stefano Giuri and Gabriele Tosi
September 22 – November 7, 2022

Performed by Rebecca Mari and Damiao Solfanelli
special thanks to Paolo Cuppone

it

Giulietta / Gianluca Concialdi, Gianni Pettena, Sara Leghissa e Filippo Tappi.
a cura di Stefano Giuri

Il progetto si inserisce nell’ambito del public program di NAM – Not A Museum, con Gianluca Concialdi, Gianni Pettena, Sara Leghissa e Filippo Tappi. Happening, performance e installazioni temporanee che dialogheranno con gli spazi di Manifattura Tabacchi.

Il primo appuntamento giovedì 24 febbraio è Nulla via invia di Gianluca Concialdi, un happening in cui si attiveranno chiamando in causa una partecipazione attiva dell’osservatore tre cucine realizzate dall’artista partendo dal principio di non o anti contemplativo nell’arte. Il pubblico è invitato a partecipare portando la propria porzione di cibo da cucinare al barbecue.

Il secondo appuntamento è giovedì 10 marzo in Piazza dell’Orologio con la performance Vestirsi di sedie di Gianni Pettena. Un gruppo di persone, in fila indiana, si rendono autosufficienti dando vita a degli oggetti disarticolati e senza forma e senza senso, cedendo ad essi comunque qualcosa. Le sedie attraversano la città, diventando strumenti adatti a una possibile integrazione, disarticolati se non indossati, segnale della necessità di una presenza corporea per avere un senso. A seguire, il pubblico è invitato a partecipare a un incontro con l’artista presso lo spazio Festa per condividere un percorso iniziato al Minneapolis College of Art and Design e che segna in Manifattura Tabacchi la sua IV edizione. 

Giovedì 24 marzo Sara Leghissa presenta (Una cosa che sogno da sempre) con un riscaldamento manifesto pubblico che celebra la prossimità dei corpi. È aperto e accessibile a tutti i corpi, più o meno visibili, più o meno obbedienti. L’appuntamento si svolgerà presso lo spazio Festa di Manifattura Tabacchi. Nella sua pratica, l’artista crea sistemi e dispositivi che cercano di mimetizzarsi e confondersi con il contesto per veicolare immagini e contenuti e per incontrare e intercettare pubblici diversi, attraverso l’uso di tecnologie accessibili e legate all’ordinario. In questa occasione saranno la carta e la pratica dell’affissione a guidare l’interazione con il pubblico.

Il programma si concluderà venerdì 8 aprile con l’artista Filippo Tappi che nel suo intervento Leporello riprende l’idea di una narrazione che si articola attraverso pieghe e zig-zag, proprio come una storia impaginata su un leporello. L’intervento dell’artista sarà diffuso negli spazi di Manifattura Tabacchi. Nel frattempo un braciere (Ricetta, 2021) raccoglie i resti del fuoco fatto con materiali recuperati nelle vicinanze che serviranno a produrre un inchiostro. 

en

Giulietta / Gianluca Concialdi, Gianni Pettena, Sara Leghissa and Filippo Tappi.  
Curated by Stefano Giuri

The project is part of the NAM – Not A Museum public program featuring Gianluca Concialdi, Gianni Pettena, Sara Leghissa, and Filippo Tappi. It includes happenings, performances, and temporary installations that will engage with the spaces of Manifattura Tabacchi.

The first event, on Thursday, February 24, is Nulla via invia by Gianluca Concialdi, a happening that activates three kitchens created by the artist, invoking the active participation of the observer, based on the principle of non- or anti-contemplative art. The public is invited to participate by bringing their portion of food to cook on the barbecue.

The second event takes place on Thursday, March 10, in Piazza dell’Orologio with the performance Vestirsi di sedie by Gianni Pettena. A group of people, in a single file, become self-sufficient, giving life to disjointed, formless, and meaningless objects, yet still attributing something to them. The chairs move through the city, becoming tools suitable for possible integration, disjointed if not worn, signaling the need for a bodily presence to have meaning. Following the performance, the public is invited to a meeting with the artist at the Festa space to share a journey that began at the Minneapolis College of Art and Design and marks its fourth edition at Manifattura Tabacchi.

On Thursday, March 24, Sara Leghissa presents Una cosa che sogno da sempre with a public manifesto warm-up that celebrates the proximity of bodies. It is open and accessible to all bodies, more or less visible and compliant. The event will take place at the Festa space in Manifattura Tabacchi. In her practice, the artist creates systems and devices that seek to blend and camouflage themselves with the context to convey images and content and to reach and intercept different audiences through accessible and ordinary technologies. On this occasion, it will be paper and the practice of posting that guide the interaction with the public.

The program will conclude on Friday, April 8, with the artist Filippo Tappi, whose intervention Leporello draws on the idea of a narrative unfolding through folds and zigzags, much like a story laid out on a leporello. The artist’s intervention will be spread throughout the spaces of Manifattura Tabacchi. Meanwhile, a brazier (Ricetta, 2021) collects the remains of the fire made with materials recovered nearby, which will be used to produce ink.

it

Interno e esterno coabitano in un patchwork di ritagli, ricomposizioni, rimescolamenti. Una giuntura per storie dimenticate, che si ritrovano in maniera simbiotica e sincretica. Si creano alleanze con altre specie, si costruiscono più storie con più creature. Si autorizza la parola a rinnovarsi. Non ci sono più limitazioni delle condizioni di esistenza degli organismi. Vogliamo uscire dalle case e contagiare l’esterno con l’interno. Il manifesto di carta dipinta è un papiro del futuro, che ricorda la notte dei tempi, le case vissute dall’umanità per molti secoli, la repentina desolazione ecologica dell’ultimo secolo e poi nuovamente l’abbandono di ogni dimora.“Questa passione dell’erranza profetizza la poetica della relazione”  tra creature e temporalità molteplici.

Testo di Sonia D’Alto

en

Interior and exterior coexist in a patchwork of scraps, recompositions, remixes. A joint for forgotten stories, which find themselves in a symbiotic and syncretic manner. Alliances are formed with other species, more stories are built with more creatures. The word is authorized to renew itself. There are no longer limitations on the existence conditions of organisms. We want to leave the houses and infect the outside with the inside. The painted paper manifesto is a papyrus of the future, which recalls the night of times, the houses lived in by humanity for many centuries, the sudden ecological desolation of the last century, and then again the abandonment of every dwelling. “This passion for wandering prophesies the poetics of relationship” between multiple creatures and temporalities.

Text by Sonia D’Alto
Aosta Publishing

PAGES
4
SIZE (in cm)
18 × 25.5

BUY

it

Il libro, edito da Aosta Publishing in una tiratura limitata di 100 copie che includono in copertina un pezzo di fumo, documenta quanto avvenuto dentro e attorno alla mostra “Chunk”, personale di Marcello Spada a cura di Gabriele Tosi.
Protagonista della mostra una scultura relativamente sovradimensionata e apparentemente malleabile. Un volume industriale di gommapiuma rivestito di un “pelo” acrilico kitsch-minimalista che sfrutta tensioni irrisolte fra la scultura e il suo spazio narrativo.

 

en

The book, published by Aosta Publishing in a limited edition of 100 copies, includes a chunk of smoke on the cover and documents what happened inside and around the exhibition “Chunk”, a solo show by Marcello Spada curated by Gabriele Tosi.
The protagonist of the exhibition is a relatively oversized and seemingly malleable sculpture: an industrial volume of foam rubber covered with a kitsch-minimalist acrylic “fur” that exploits unresolved tensions between the sculpture and its narrative space

Graphic design by Maria Cecilia Cirillo.

PAGES
24

SIZE (in cm)
18,8 x 21

COPIES
100

DESIGN
Maria Cecilia Cirillo

Aosta Publishing

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it

Ali, lucette e candele sono alcuni fra gli elementi con cui l’artista, nel gabbiotto colorato di un romantico rosso inferno, mette in scena espressioni e comportamenti che tentano una disintossicazione dalla moralità e dalla ragione. I residui liquaminosi e piumati della performance restano nello spazio in forma di mostra.
Una performance free shot, agita dall’artista, fa emergere rapporti precari tra il corpo e alcune periferiche tecnologiche. Tra clone ed estensione, un’improbabile replica organica si attiva nello spazio con licenza e vanità. Una costante dispersione d’energia è destinata ad animare un organismo privo di un sistema nervoso centrale, frammentato e improduttivo.

Piagnone
Edoardo Ciaralli
5 maggio – 19 giugno 2022

con il supporto di Mazzanti Piume

en

In the passionate red inferno of the guardhouse, the artist employs elements such as wings, small lights, and candles to create a spectacle that seeks to purify itself from the constraints of morality and logic. The remnants of the liquid and feathered performance linger in the space, serving as a testament in the forthcoming exhibition.
A free-shot performance by the artist brings to light the precarious relationships between the body and technological peripherals. Between cloning and extension, an improbable organic replica activates in space with license and vanity. A constant dispersion of energy is destined to animate an organism devoid of a central nervous system, fragmented and unproductive.

Piagnone
Edoardo Ciaralli
May 05, 2023 – June 19, 2022

supported by Mazzanti Piume

it

Il gabbiotto ospita due capsule di vetro acrilico contenenti una soluzione di acqua demineralizzata, argilla e polveri di varia natura ottenute dalla macinazione di una serie di opere prodotte dall’artista dal 2012 al 2018.
Nella serie Testimoni, particelle provenienti da sculture realizzate in diversi momenti del passato si trovano a collidere nello stesso ambiente a densità controllata. Tali opere, come spesso accade, giacevano racchiuse nelle loro casse, dentro magazzini sparsi per il mondo e nell’attesa di venire riattivate in un contesto narrativo, espositivo o collezionistico. Loro stesse sono sottratte allo status di opera nel momento in cui vengono macinate in particelle di diversa granulometria. Mescolate, ricongiungono spazi, tempi e materie di diversa estrazione per essere unite in fiale visibili, dallo statuto visivo incerto, palesando così la mutevole realtà che le circonda. Testimonianza e ontologia qua si trovano a coincidere in una crasi perpetua.
Testimone, 2020; PMMA, acqua demineralizzata, polvere ottenuta da lavori macinati dal 2012 al 2018. 101 x 17 x 8 cm

Testimone Perpetua
Nicola Martini
11 Febbraio  –  27 Marzo 2022

Fotografie di Jacopo Menzani

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The guardhouse hosts two capsules of acrylic glass containing a solution of demineralized water, clay, and various powders obtained from grinding a series of works produced by the artist from 2012 to 2018.
In the “Testimoni” series, particles from sculptures created at different moments in the past collide in the same environment at controlled density. As often happens, these works were enclosed in their cases, stored in warehouses scattered around the world, waiting to be reactivated in a narrative, exhibition, or collector’s context. They lose their status as individual artworks when ground into particles of varying granularity. Mixed, they reconnect spaces, times, and materials of different origins to be united in visible vials with an uncertain visual status, thus revealing the ever-changing reality surrounding them. Testimony and ontology converge in perpetual fusion.
Testimone, 2020; PMMA, demineralized water, powder obtained from grinded works from 2012 to 2018. 101 x 17 x 8 cm

Testimone Perpetua
Nicola Martini
February 11 – March 27, 2022

Photo by Jacopo Menzani

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Musica per un giorno (Anno7) è un appuntamento performativo della durata continuativa di 24 ore. Si svolge una volta l’anno e avrà un ciclo complessivo di 24 anni. Come un modulo potenziato nella sua moltiplicazione, ventiquattro per ventiquattro, questa aritmetica esistenziale nasce dall’incontro tra Canedicoda e Roberta Mosca, e mette in atto una riflessione che prende spunto da Musica per un giorno registrata in un mese, un disco di improvvisazione e field recordings della durata di 24 ore realizzato dallo stesso Canedicoda sotto l’alias Ottaven, prodotto dalla label Second Sleep con un box di 24 cassette da 60 minuti l’una.
Musica per un giorno vuole offrire la possibilità di abitare fisicamente e mentalmente un arco di tempo di 24 ore come uno spazio unico. Né un concerto né una performance di danza: piuttosto un’occasione esplorativa e profondamente immersiva, alla ricerca di stati, condizioni, limiti ed opportunità percettive, con la volontà di creare uno spazio-tempo nuovo, scomodo o spiazzante e contemporaneamente riconoscibile, confortevole o familiare. La fruizione dell’azione diventa molto distesa, i tempi sono dilatati. La parola in qualche modo vietata cede il posto alla nostra voce interiore, all’osservazione, al respiro, all’attenzione per il sé.

Musica per un giorno (Anno 7°), 28>29 dicembre 2022, CANGO Cantieri Goldonetta – Firenze, progetto realizzato col supporto di Toast Project Space, Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Xing

Fotografie di Luca Ghedini

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Musica per un giorno (Anno7) is a 24-hour performative appointment. It takes place once a year and will have a total cycle of 24 years. This existential arithmetic arises from the encounter between the two Canedicoda and Roberta Mosca, and puts in motion a reflection that starts from Musica per un giorno registrata in un mese, a record of improvisation and field recordings 24 hours long released by Canedicoda under the alias Ottaven, produced by the label Second Sleep as a box of 24 tapes. Musica per un giorno offers the possibility of living physically and mentally a span of 24 hours as a single space. Neither a concert nor a dance performance: it is rather an exploratory and deeply immersive opportunity to discover a range of perceptions, states, limitations, and emotions, generated by the uninterrupted sharing of a place for the duration of one day. The desire of the artists is to create a new unsettling space-time, at the same time recognizable, comfortable or familiar. In this environment, the experience is relaxed; time extends itself. The absence of words gives way to our inner voice, with observation, breath, and attention to the self.

Musica per un giorno (Anno 7°), 28>29 december 2022, CANGO Cantieri Goldonetta – Florence, project realized with the support of Toast Project Space, Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Xing

Photographs by Luca Ghedini

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“Te lo dico. Ti sei proprio perso una roba”. Benino si era appena svegliato. C’era grande trambusto nel villaggio.
Non che la cosa lo disturbasse, avrebbe dormito volentieri ancora una mezza giornata, ma il garzone del pastore, quello antipatico che se ne va sempre in giro con una pecora sulle spalle, continuava a bighellonargli intorno.
“Ti dico. Una roba proprio. In tre erano. Dovevi vederli”.
Che poi, cosa se ne faceva di quella povera pecora sempre in spalla? Aveva freddo? La usava tipo una sciarpa?
E adesso era lì davanti che gli borbottava di robe perse.
“Guarda, ti dico, proprio una roba”.
“E oh basta! E ti dico, ti dico, e non dici un bel niente. E dimmi”.
Il pastore si abbassò, fece per parlare ma vide la signora che dava da mangiare alle oche. La chiamò: “Ehi! Diglielo tu. Digli della roba”.
Benino stava iniziando a irritarsi. Maledetto rompiscatole. Dimmi piuttosto che ci fai tu tutto il giorno con quella cavolo di pecora.
Stava quasi per chiederglielo, giusto per fare l’antipatico, quando la signora delle oche avvicinandosi disse: “Hai presente quelli? Il falegname”.
Benino li guardò entrambi senza capire, poi scosse le spalle e disse “Eh”.
“Il falegname che ha avuto il bambino. Che poi sai cosa si dice in giro, che quel bambino non è che”. Benino fece un segno con la mano, aveva capito, lasciamo correre.
“Ecco. Questi neanche una lira c’hanno. Neanche il pane tra poco mangiano. Neanche i soldi per le lacrime tengono”.
“Parla la regina”.
“Eh, ora senti. A questi gli nasce la creatura, e chi li va a trovare?”
Benino cercò la risposta nel sorriso beffardo del pastorello, nello sguardo perso nel vuoto della sua pecora, negli occhi divertiti degli abitanti del villaggio che nel frattempo si erano avvicinati.
“E chi?”
“Tre monarchi”
“Tre cosa?”
“Tre monarchi. Sta a dire tre sovrani. E tutti vestiti proprio belli. Un luccichio unico. Una roba. Poi questi cappelli d’oro e le scarpe a punta di diamanti. Avresti dovuto vedere. Ma tu dormivi. Continua pure eh, che ti fa bene!”
“Tre monarchi?” Benino era tanto stupito quanto deluso. Gli avrebbe fatto molto piacere vederli. In vita sua non aveva mai visto un monarca, figurarsi tre in un colpo solo.
“Hanno attraversato tutto il deserto solo per venire qui a inchinarsi al figlio del falegname. Proprio inchinati eh, con le ginocchia e la genuflessione.
E gli hanno portato dei regali. Mai vista una cosa simile. Anzi, io l’ho vista. Tu no”.
“Ma ora dove sono?”, chiese Benino con una punta di speranza. Voleva vedere i luccichii e i vestiti d’oro.

“Ripartiti. Te li sei persi. Sempre a dormire eh”.
“Ma non potevate chiamarmi?”
“Eh si col piffero che ti chiamiamo. E poi chi se la godeva sta faccia che hai adesso?”. E tutti a ridere.
Benino li apostrofò con frasi che per decenza non riportiamo. Ipotizzò cosa il pastorello facesse tutto il giorno nascosto con la pecora e suggerì alla signora un luogo buio e sicuro dove riporre tutte le sue oche. Già che c’era, rivelò al maniscalco che tutti i membri della sua adorata famiglia svolgevano il medesimo antico mestiere, e con quali sostanze organiche l’oste fosse solito allungare le sue pregiate bevande.
La gente del villaggio si allontanò ridendo leggermente meno.
Rimasto finalmente solo, Benino architettò un micidiale piano di vendetta. Tornò a dormire.
“Ora vi aggiusto io. Adesso mi metto qui e faccio un bel sogno, ma ci metto dentro solo quelli che dico io.
Così imparano a non farmi vedere le cose belle. Adesso saranno le cose belle a non vedere voi. Eh sì miei cari.
Alla moglie del falegname le faccio anche un vestito blu, di quelli costosi che non si può permettere, alla facciazza vostra.
Sarà il mio regalo di augurio.
Altro che i monarchi. Gli regalo anche due belle bestie, che servono sempre, gli faccio un bue e un asino, belli e calmi, così lavorano quel pezzo di terra spelacchiata che hanno e possono portare le verdure al mercato e comprarsi due vestiti per il bambino. Io mi faccio un lusso, dei bei pantaloni rossi, di porpora, e una bella camicia bianca, pulita, immacolata”.
Benino iniziò a sognarsi tutti i particolari della scena di attesa dei tre re così come avrebbe voluto vederla.
Ma a un certo punto, nello sforzo di costruirsi il sogno, un piccolo particolare fuggì al suo controllo: a tutti i personaggi iniziarono a spuntare dei fischietti dal corpo.
E iniziarono a suonare, tutti insieme, per cercare di svegliarlo.
“Se mi sveglio, tutto questo finirà, e tutta questa bella realtà che ho fatto smetterà di esistere”, Benino pensava guardandosi sdraiato nel sogno, e notando che un fischietto stava spuntando pure dal suo fianco.
“Sicuramente li suonano il pastorello, la megera delle oche e gli altri, cercano di infilarsi nel sogno per distrarmi, per rovinarlo e per burlarmi.
Ma non ci riusciranno mai, dovessi dormire così per sempre”.
E infatti il nostro Benino ormai dormiva come pasta nel forno, come argilla nella fornace, come chi trova la casa calda di ritorno da un lungo viaggio nel freddo del deserto. 

testo di Treti Galaxie

 

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Lavoretto è un ritratto della condizione contemporanea dell’artista “mid-career”. In questa performance installativa, Giuseppe De Mattia, trasformerà il gabbiotto di Toast in un call center, approfittando della conformazione e della storia lavorativa dello spazio, in cui due performer/telefonisti, seguendo copione e regole imposte dall’artista, cercano di “sottoporre” il risultato della performance in atto a musei e istituzioni, in Italia e all’estero.
I due operatori porteranno a termine un’intera e singola giornata di lavoro riconosciuta con una retribuzione base di un lavoratore dello spettacolo. Una pausa pranzo, una partita di calcetto nei campi del Dopo Lavoro Ferroviario, di fronte a Manifattura Tabacchi, e una cena in pizzeria prima del rientro a casa, saranno la conclusione della giornata e della performance privata. La piattezza routinaria della giornata annulla semanticamente l’importanza del turno di lavoro per l’artista e ne minimizza il senso e il fine ultimo: trovare una posizione nel mondo dell’arte.
Al pubblico, per un mese, rimane una vivisezione dell’esperienza performativa che si fa installativa con arredi per l’unità lavorativa disegnati dall’artista, un audio e due fotografie. Seguirà la pubblicazione di un libro che ne svelerà tutti i retroscena e i risultati.

Lavoretto
Giuseppe De Mattia
17 Dicembre Gennaio 30, 2022

Fotografie di Leonardo Morfini
si ringrazia Alessandro Bartoletti

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The project transforms the guardhouse into a call center. Two operators follow a script set by the artist, attempting to present the outcome of the performance and the artist’s work to museums and institutions. The recordings of what happened are played in the exhibition.
The performance portrays the current condition of a mid-career artist. Throughout the day, two people carry out their work and receive a standard compensation for a performing artist. They take a lunch break and even play a soccer match at the recreational club for railway workers near the Manifattura Tabacchi. The day and the private performance conclude with a pizza.

Lavoretto
Giuseppe De Mattia

December 17, 2021 – January 30, 2022

Photographs by Leonardo Morfini
special thanks to Alessandro Bartoletti

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L’opera trasforma lo spazio in un’immagine immutabile e artefatta, cancellando con cura quotidiana ogni segno di cambiamento. Il modello di bellezza sospesa, eterea e pulita così ricercato contrasta con la cattività e la distruzione, qualità che meglio descrivono quanto avviene davvero nelle quinte di Toast. Il titolo dolciario è il nomignolo delle particolari ‘performer’ che agiscono lo spazio dando vita a una danza fatta di salti e scie colorate. Tra spettacolo e presagio.

Candies
Matteo Coluccia
a cura di Stefano Giuri e Gabriele Tosi
25 Giugno – 22 Luglio 2021

Fotografie di Leonardo Morfini

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The work transforms the space into an immutable, contrived image wherein any signs of change are to be meticulously eliminated on a daily basis. The model of suspended, ethereal, clean beauty that is typically sought after contrasts sharply with meanness and destruction, the qualities that more accurately describe what really happens backstage at Toast. The title refers to the nicknames of certain performers who dance within the space, trailing colour behind them as they move and jump, creating a sort of visible omen.

Candies, Matteo Coluccia
curated by Stefano Giuri and Gabriele Tosi
June 25, 2021 – July 22, 2021

Photographs by Leonardo Morfini

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A conclusione di una residenza breve, Visentin presenta in maniera particolare disegni su larga scala, dipinti ad acquerello e pastelli a cera sviluppati lungo due rotoli da 12 metri ciascuno. Accompagna la mostra un’edizione di Aosta.
Cieli Neri è la sintesi pittorica degli interessi di Alice nei confronti della varietà del cosmo, dagli avvenimenti quotidiani alla trasmissione orale di racconti, canti e storie. L’immaginario pittorico dell’artista si sviluppa a partire dalla cultura vernacolare delle comunità rurali e per quest’opera si mescola con riferimenti vissuti durante il suo soggiorno fiorentino.

Cieli Neri
Alice Visentin
24 Marzo – 19 Maggio 2021

Fotografie di Leonardo Morfini
si ringraziano Jacopo Menzani e Sasha Ribera

 

 

 

 

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After completing a short residency, Visentin showcases a peculiar display of extensive sketches, colored in watercolors and wax pastels, created on two huge 12-meter paper rolls. The exhibition also comes with an edition from Aosta.
Cieli Neri is the pictorial representation of Alice’s many interests which span from the variety of the cosmos to daily events to the tradition of oral storytelling and song. The artist’s imagery is developed from the vernacular culture of rural communities which, in these works, is fused with visual references that she encountered during her stay in Florence.

Cieli Neri
Alice Visentin
March 24 – May 19, 2021

Photographs by Leonardo Morfini
special thanks to Jacopo Menzani and Sasha Ribera

 

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Un grande solido peloso occupa quasi per intero la guardiola suggerendo forzature e carezze. Il progetto racconta di una relazione irrisolta fra presenza scultorea e contesto collettivo. Muovendosi tra lo spazio sperimentale di Toast e quello pubblico di Manifattura, la scultura compie violente  azioni di adattamento raccolte in una pubblicazione edita da Aosta.
Chunk è un volume industriale di gommapiuma  rivestito di un tessuto sintetico che imita il pelo animale. La scultura può essere allestita senza restrizioni architettoniche, dimostrandosi come un solido elementare,  oppure può essere compressa in uno spazio,  anche quando questo non è pienamente capace di contenerla.

Chunk
Marcello Space
A cura di Gabriele Tosi
24 Giugno – 3 Settembre 2020

 

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The guardroom is filled with a massive and hairy entity. This sculpture is a statement of the complex relationship between artistic presence and the surrounding circumstances. As it moves from Toast’s experimental space to the public domain, the sculpture engages in forceful acts of adaptation, documented in a publication.
Chunk is an industrial volume of foam, coated with a synthetic fabric which imitates animal fur. The sculpture can be installed without architectural restrictions, displayed as a solid element, but it can also be compressed into a space, even one that is not fully able to contain it.

Chunk
Marcello Space
Curated by Gabriele Tosi
June 24 – September 3, 2020

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Con l’invito a Giacomo Montanelli nasce Aosta Publishing: ciclo di edizioni a tiratura limitata dedicato alla pratica artistica e curatoriale. Oltre agli interventi dell’artista, Dexter include un fake magazine realizzato grazie al contributo di numerosi artisti e critici.
“Aosta è un laboratorio di analisi dove si possono scomporre gli elementi e risistemarli in ordini nuovi, cercando sempre altre strade, nuove possibilità.
In un momento nel quale il dialogo avviene attraverso i canali digitali, Toast intende preservare l’esperienza diretta con l’opera e lo fa sviluppando un progetto che possa servirsi di tutti i mezzi a disposizione. L’intento è di traslare lo spazio fisico in uno spazio-oggetto attraverso la carta stampata.” 

Dexter / Giacomo Montanelli
Aosta Publishing

 

 

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Giacomo Montanelli is invited to start Aosta Publishing, a project specializing in limited-edition publications dedicated to artistic and curatorial practices. The founding project includes a mock magazine crafted in collaboration with numerous artists and critics.
“Aosta is an analysis laboratory where elements can be broken down and rearranged in new orders, always seeking new paths and possibilities. In a time when dialogue happens through digital channels, Toast aims to preserve the direct experience with the artwork, and it does so by developing a project that can make use of all available means. The intention is to translate the physical space into an object-space through printed paper.”

Dexter / Giacomo Montanelli
Aosta Publishing

 

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Portafortuna, una mostra collettiva dilatata nelle diverse attività commerciali e ricreative nel quartiere di piazza Puccini. Con i lavori di Jacopo Buono, Anna Capolupo, Matteo Coluccia, Duccio Franceschi, Stefano Giuri, Lori Lako, Gabriele Mauro, Y.O. is ONLINE, Giacomo Nasta, Marco Pace, Super Summer Extra Pomeriggio, Vinicio Venturi, artisti di diverse generazioni attivi sul territorio fiorentino. Luoghi della mostra: Circolo Bencini, Bocciodromo Dlf, Parrucchiere da Maurizio, Bar Puccini, Manifattura Tabacchi, Toast Project Space, il Ristoro

 

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Portafortuna, a collective exhibition spread across various commercial and recreational venues in the Piazza Puccini neighborhood. Featuring works by Jacopo Buono, Anna Capolupo, Matteo Coluccia, Duccio Franceschi, Stefano Giuri, Lori Lako, Gabriele Mauro, Y.O. is ONLINE, Giacomo Nasta, Marco Pace, Super Summer Extra Pomeriggio, Vinicio Venturi, artists from different generations active in the Florence area. The exhibition took place at the following locations: Circolo Bencini, Bocciodromo Dlf, Parrucchiere da Maurizio, Bar Puccini, Manifattura Tabacchi, Toast Project Space, and Il Ristoro.

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Una vasca galvanica contiene due riproduzioni in zinco di una figura mantellata catalogata fra gli ex-voto di Clemont-Ferrand come viandante. Il metallo per le sculture è ottenuto dalla fusione di circa ventiduemila monete lanciate alla Fontana di Trevi. Le sculture si fronteggiano e, agganciate a due barre di ottone, agiscono un perpetuo passaggio di materia. Il bagno galvanico, infatti, fa sì che una scultura rilasci materia donandola all’altra. La polarità s’inverte ogni tre giorni restituendo la materia al donatore e dando luogo a un processo di mutuo scambio potenzialmente infinito.

Habitat
Namsal Siedlecki
16 Settembre – 16 Novembre 2020

Fotografie di Leonardo Morfini

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In the exhibition, a galvanic tank contains two zinc reproductions of a cloaked figure. The original is cataloged among the ex-votos of Clemont-Ferrand as a wanderer. The metal for the sculptures is obtained from the fusion of about twenty-two thousand coins thrown into the Trevi Fountain. The statues face each other and, attached to two brass bars, engage in a perpetual passage of matter. The galvanic bath causes one sculpture to release matter, donating it to the other. The polarity reverses every three days, returning the matter to the donor and giving rise to a potentially infinite process of mutual exchange.

Habitat
Namsal Siedlecki
September 16 – November 16, 2020

 

Photographs by Leonardo Morfini

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Una raccolta di cavalli – disegnati, scritti e danzati – s’incontra al gabbiotto dando vita a un corteo animato dagli animali e dai loro autori. Il progetto utilizza l’immagine surreale e caotica della parata per riflettere sul legame fra comunicazione, potere e controllo. La vecchia guardiola torna a ricevere cavalli per posta, mentre la mediazione e il racconto è curata da un adetto alla sicurezza. Il progetto è reso possibile dal coinvolgimento attivo di una comunità. Hanno spedito a Firenze un cavallo: L’interesse del collettivo è rivolto a quei casi in cui l’ordine della moltitudine è rotto, dove il passaggio da magnifico a sgangherato si manifesta dando vita a significati fuori controllo, rendendo ogni parata un episodio a sé. I cavalli, matrici di chimere, feticci di arte e letteratura, sono l’oggetto di questa parata.

Super Cavalli
Super Summer Extra Pomeriggio
29 Gennaio – 25 Marzo 2020

Fotografie di Leonardo Morfini
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A gathering of horses – depicted through drawings, written works, and dances – converge at the booth, bringing to life a procession of animals and their creators. The project employs the surreal and chaotic image of a parade to delve into the complex interplay between communication, power, and control. The formal guardhouse has resumed receiving horses via mail while a security officer manages the mediation and narration. The community’s active involvement made the parade. They sent an horse in Florence: The interest of this collective is piqued by cases where the order of multitude becomes broken, where the journey from magnificence to ramshackle manifests, giving life to meanings that are out of control, rendering every parade an episode in itself. Horses, chimeric matrices, fetishes of art and literature, are the object of this parade.

Super Cavalli
Super Summer Extra Pomeriggio
January 29 – March 25, 2020

Photographs by Leonardo Morfini

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Lo spazio oscurato evoca una dimensione notturna e accoglie il video a due canali di un inseguimento. Il vecchio gabbiotto del guardiano innesca in Gjeloshi una riflessione sulla vigilanza, sviluppata attraverso il modellino giocattolo di una macchina da corsa in forza alla Polizia e quindi portatrice di uno status unico, tra oggetto super-esclusivo e bene comune. La macchina, sempre all’attacco, corre e si schianta nel seminterrato di un’accademia albanese.
La supersportiva della Lamborghini, donata alla Polizia di Stato italiana, è appunto soprannominata Huracán; un toro da corrida dotato di una forte inclinazione all’attacco.La Huracán è la seconda macchina da corsa che la Lamborghini dona alle forze dell’ordine, dopo la Gallardo – riconsegnata e poi esposta in via permanente presso il Museo dell’Auto della Polizia di Stato di Roma. Secondo il sito della Lamborghini, la Huracán Polizia svolge servizi di massima urgenza come soccorsi, assistenza sanitaria e trasporto di organi. La vettura, oltre l’equipaggiamento ad alta tecnologia, è provvista anche della tradizionale dotazione di servizio utile per il fermo dei veicoli in sicurezza. Come avviene per molte automobili, anche la Huracán Polizia è stata riprodotta in versione giocattolo telecomandato, in scala 1:14 e con una velocità non superiore ai 9 km/h. L’intervento realizzato dall’artista a TOAST, ex casotto della guardia notturna della Manifattura Tabacchi di Firenze, inizia con l’acquisto di questo modello.

Huracàn
Lek M. Gjeloshi
22 Novembre 2019 – 12 Gennaio 2020

Fotografie di Leonardo Morfini
si ringraziano Akademia e Filmit dhe Multimedias Marubi, Eol Cashku e Kole Laca

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The dimly lit space transports the observer to a nocturnal dimension and presents a two-channel video of a chase. Gjeloshi is stirred to reflect on surveillance from the old guardian’s booth. The poetic is brought by a toy model of a Police supercar, which holds a unique status as a super-exclusive object and a common good. The car, constantly in attack mode, races and crashes into the basement of an Albanian art academy.
The Huracán is the second sports car that Lamborghini has donated to the police force, after the Gallardo, which is now on permanent exhibition at the Museo dell’Auto della Polizia di Stato (the State Police Automobile Museum) in Rome. According to Lamborghini’s website, the police force’s Huracán is used in the most urgent situations, such as providing first aid or transporting organs. In addition to its high-tech equipment, the car also features additional services useful for safely stopping vehicles. As with many other vehicles, there is also a radio-controlled toy version of the Huracán Polizia, reproduced at a scale of 1:14 with a top speed of 9 km/h.The installation by the artist at TOAST, the old night watchmen’s hut at Manifattura Tabacchi, began with the purchase of this model.

Huracàn
Lek M. Gjeloshi
November 22, 2019 – January 12, 2020

Photographs by Leonardo Morfini
special thank to Akademia e Filmit dhe Multimedias Marubi, Eol Cashku and Kole Laca

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Enneboi trasforma TOAST nel negozio di Facciatosta Records, etichetta discografica fasulla specializzata in 45 giri di brani musicali tratti da film erotici di serie B. L’artista è intervenuto pittoricamente sulle copertine dei dischi, creando un connubio fra pittura e melodie soft porno.
Lo spazio subisce una metamorfosi, trasformandosi in un luogo in cui lo scratchare dei dischi diventa mezzo di comunicazione e di interazione tra spettatori e artista attraverso la pittura, creando un ambiente mistificato da un alone erotico d’altri tempi.
Facciatosta Records, olio e vernice spray su cover LP
Facciatosta Records, vernice spray su legno

Facciatosta Records
Enneboi
18 Settembre – 2 Novembre 2019

Fotografie di Leonardo Morfini

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Enneboi converts the space into Facciatosta Records, a fictitious record label specialized in 45 RPM singles featuring musical tracks from B-movie erotic films. The artist combines painting with soft porn melodies through pictorial interventions on the record covers.
The space undergoes a metamorphosis, transforming into a place where vinyl scratching becomes a means of communication and interaction between spectators and the artist through painting, creating an atmosphere mystified by a vintage erotic aura.
Facciatosta Records, oil and spray paint on LP cover
Facciatosta Records, spray paint on wood

Facciatosta Records
Enneboi
September 18 – November 2, 2019

Photographs by Leonardo Morfini

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Cerruti mette in scena un particolare Lago dei Cigni dentro e attorno al gabbiotto. Il progetto si avvele di elementi materici, installativi e coreografici attraverso cui il tema del celebre balletto è assorbito in una rappresentazione della sfera privata e familare. La vita e l’intimità sono tradotti in un confortevole e perturbante microcosmo universale.
Sulla superficie prende vita una coreografia di cigni reimmaginati attraverso materiali e pratiche domestiche: tovaglioli di stoffa piegati, fili di alluminio e rubinetti. Davanti a questa composizione di oggetti inanimati il pubblico apre le porte all’immaginazione. Come uno spettatore di teatro assiste al susseguirsi degli atti, ne segue la storia, ne ammira le coreografie, la musica e i costumi. Come un escursionista, seduto sulla riva, contempla la superficie calma e silenziosa del lago, immaginandone i dialoghi e fantasticando sulla storia dei suoi abitanti.
Swan Lake, 2019. Installazione ambientale.

Swan Lake and Swan Dance
Guendalina Cerruti 
Performance di Jaana-Kristiina Alakoski
26 Giugno – 31 Agosto 2019

Fotografie di Leonardo Morfini
realizzato con il supporto di Matteo Coluccia

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Inside and around the booth, Cerruti interprets Swan Lake, incorporating various materials, installations, and choreographic elements. The theme of the famous ballet is woven into the artist’s universe, creating a thought-provoking depiction of a private and familial sphere. The installation translates the very essence of life and intimacy into a comfortable yet unsettling universal microcosm.
A dance of swans emerges from everyday materials and routines – carefully folded napkins, aluminum wires, and even familiar faucets. The audience is invited to indulge their imaginations, observing and following along with each act as it unfolds. It’s like sitting by a still lake, lost in thought, as you contemplate its mysteries and imagine the stories of those who call it home.
Swan Lake, 2019. Environmental installation

Swan Lake and Swan Dance
Guendalina Cerruti
Performance by Jaana-Kristiina Alakoski
June 26 – August 31, 2019

Photographs by Leonardo Morfini
realized with the support of Matteo Coluccia

 

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Lo spazio e il tempo scricchiolano. C’è una soglia da oltrepassare. Dei guardiani la custodiscono. All’interno un orizzonte di informità cementizie ci circonda. Un’immagine demoniaca domina lo spazio. Il demone ci chiama. Siamo all’interno di uno luogo in bilico tra il mondo come lo conosciamo e l’ignoto. E’ proprio qui che i demoni vivono: all’interno di questo limite traballante.

Now Now
Marco Ceroni
18 Aprile – 23 Giugno 2019

Fotografie di Leonardo Morfini

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Marco Ceroni (1987). Two guardians accompany us into the space, guarding the entrance, there is a threshold to be crossed, space and time crack. A demonic image dominates the space. The demon calls us. We are inside a space which is balancing between the world as we know it and the unknown. This is where the demons live: on this unstable border.

Now Now
Marco Ceroni
April 18 – June 23, 2019

Photographs by Leonardo Morfini

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Nel contesto dell’abbandono industriale, l’installazione inaugurale evoca la figura del portinaio assente. Una proiezione crea lampi di luce che animano il gabbiotto frangendosi sui vetri trattati per simulare una condensa. Un secchio senza fondo, visibile attraverso l’unica finestra lasciata aperta, abita lo spazio.
Rebecca Moccia, Cuore, 2019. Pellicola per vetro, proiezione, secchio, inverno.

Cuore
Rebecca Moccia
24 Gennaio – 24 marzo 2019

Fotografie di Niccolò Vonci
Produzione Audio di Andrea di Curzio
Performato da Elena Masullo, Daniela Clementina De Lauri, Tatiana Stropkaiovà
si ringrazia Alessandro Bartoletti

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The first installation in the industrial abandonment architecture context brings to mind the image of a missing porter. The booth is brought to life by a projection that illuminates it with flashes of light, which play off the windows that have been treated to look like condensation. The only open window reveals the presence of a bottomless bucket.
Rebecca Moccia, Cuore, 2019. Glass wrap, projection, bucket, winter.


Cuore
Rebecca Moccia
January 24 – March 24, 2019

Photographs by Niccolò Vonci
Audio production by Andrea di Curzio
Performed by Elena Masullo, Daniela Clementina De Lauri, Tatiana Stropkaiovà
thanks to Alessandro Bartoletti